lunedì 11 dicembre 2017

L'ARTE DELLE DONNE ( dedicato alle mie amiche artiste)




C’è che l’Arte delle donne mi commuove.
"La sedia di Gomez" acquerello di Germana Galdi
Mi fa vibrare, mi coinvolge, mi appassiona. Perché so cosa c’è dietro: lo sforzo supplementare, la fatica, il desiderio. E quanti ostacoli e ostruzionismi deve superare, spesso proprio da parte di chi ci vuole bene e a volte per proteggerci ed evitarci delusioni, questa è l’apparente giustificazione, ci dice frasi del tipo: “Con  la poesia, la pittura, la scultura, la fotografia, la musica, il canto ecc. ecc. non si vive. Meglio un lavoro fisso...di questi tempi.” E noi nel frattempo, e spesso a malincuore, il lavoro che abbiamo, fisso o meno, ce lo teniamo. Ma proprio non riusciamo a considerare la nostra Arte un hobby, un passatempo. No, non ce la facciamo. E’ carne e sangue, gioia e dolore, frustrazione e soddisfazione. E fatica, tanta. E a volte una sensazione di vuoto e di solitudine. Vorremmo poter parlare delle nostre intuizioni, delle nostre conquiste, dei nostri progressi, dei nostri apparenti momenti sterili, con qualcuno che ci sostenga e ci capisca. E ci dica, quando ci va bene, che è felice per noi, e quando invece siamo a un punto morto, di andare avanti, e ce lo dica a parole o magari solo con un abbraccio. Perchè l’Arte è una pianticella che ha radici profonde, nei nostri talenti, nella nostra volontà, nella nostra disciplina, ma va nutrita, con parole gentili, sorrisi, carezze, regali. Per questo è importante che le artiste si sostengano a vicenda.
"Lisa says" di Giovanna Noia
E gioiscano ognuna del successo dell’altra. Con generosità, sorellanza, sollecitudine, cura.  In uno scambio proficuo di suggerimenti, informazioni, incoraggiamenti. Che vada a creare una rete di sostegno, molto elastica e forte, che non ci farà precipitare quando cadremo giù, per qualunque motivo. E nel frattempo l’Arte, che è dentro di noi, sempre, quando lavoriamo, quando cuciniamo, quando accudiamo i nostri bambini, se ne abbiamo, si sentirà protetta, al riparo, compresa, mai minimizzata da parole maldestre, dette con superficialità da chi non riesce proprio a capirci. Noi di questo abbiamo bisogno. Di comprensione. Di rispetto.  E di delicatezza. Le artiste sono fatte di un materiale delicato e prezioso. Da maneggiare con cura. Una parola disattenta potrebbe fare danni. E quindi Germana, Giovanna, Paola, Antonella, Maria 1, Silvia, Iole, Gianna, Ornella, Alessandra, Stefania, Teresa, Eleonora, Cecilia, Camilla, Maria 2, Raffaella, Lelia, Francesca e tutte le altre, non siamo sole! E siamo tante. Ogni tanto facciamo un fischio, di quelli che perforano i timpani, chiamiamoci a raccolta, e non temiamo di tirare fuori la nostra voce, che unita a quella delle nostre amiche, diventerà ancora più vibrante e più potente per dire: io sono un’artista, io sono qui, ci sono.